« A Jamal Malik manca una risposta per vincere 20 milioni di rupie. Come ha fatto?
A: Ha imbrogliato.
B: È fortunato.
C: È un genio.
D: Era scritto. »
Ho visto
Slumdog Millionaire venerdì e mi è piaciuto. Non è un capolavoro, va detto, e a tratti mi è parso molto poco credibile (un esempio su tutti, la domanda finale), ma guardandolo come una bella favola si rivela un film più che piacevole. Una menzione speciale va alla colonna sonora: bella ma soprattutto ben scelta, adattissima ad accompagnare quelle continue corse nella caoticissima Mumbai. E poi c'è tanta, tanta India, o almeno
così scrive chi in India ha lasciato un grosso pezzo di cuore, nella
Daddy's home, una "casa casa-rifugio per bambini di strada e bambini handicappati" nell'
Andhra Pradesh.

Anch'io ho rischiato di andarci in India, due anni fa. La prima missione India dei Dottor Clown c'era stata nel 2004 e dall'ora ne erano seguite numerose altre (e molte di più ne seguiranno). Spinto dai racconti entusiasti dei "reduci indiani", dai loro occhi lucidi e dalle pressioni psicologiche di Graffetta, mi ero deciso di mandare una mail ad Evaristo, il grande capo. "Ciao, sono Sandro (in arte dottor Aleph) uno degli ultimi arrivati tra i clown patavini" e poi via fino alla richiesta d'informazioni sulla prossima missione, "posso partecipare?". Di entusiasmo nella mia mail forse non ne traspariva molto, ma d'altra parte i miei inizi sono sempre così, incredibilmente lenti. L'entusiasmo arriva, basta aspettare. Ed era già arrivato una settimana dopo, al momento della risposta: "la vedo dura per quest'anno...". Per loro quella non era l'occasione giusta, l'obiettivo della missione era diverso dal solito e i posti contatissimi. Per me invece l'occasione sarebbe stata perfetta: tra laurea e trasferimento a Bristol, ora o mai più.
Il colpo un po' l'ho sentito, ma in quell'estate i cambiamenti sono stati così tanti che assorbirlo è stato facile. Ogni tanto però ci ripenso e mi interrogo su cosa sarei ora se fossi partito, forse molto diverso, probabilmente sempre lo stesso, solo un po' più ricco. Non lo saprò mai. Non era scritto o forse non ci ho creduto fino in fondo. Non è detto però che non sia stato scritto qualche pagina più avanti, in fondo basta mettere in moto quel lentissimo meccanismo.
P.S. Un grandissimo grazie a Damiano ed Angela, per aver trovato e allevato la mia malandata anima clown.
P.P.S. La foto l'ho rubata dall'album di Evaristo su Facebook, sono sicuro che l'autore dello scatto mi perdonerà.