martedì 27 luglio 2010

Follia nucleare


Ogni puntino è un'esplosione nucleare. Il video parte piano, ma presto (verso i 3 minuti) inizia il concerto. Si ferma al 1998, anno in cui India e Pakistan si uniscono alla pazzia.

Video preso da qua.

domenica 25 luglio 2010

Perché scelgo di non insegnare il prossimo anno accademico

Pubblico qua sotto un articolo di Paolo Guiotto (qua il suo sito personale, e qua la sua pagina su Facebook su cui è abbastanza attivo), ricercatore di matematica all'università di Padova (ed anche mio professore in un paio di corsi) e da un anno membro del consiglio comunale di Padova.

Finalmente la singolare protesta in atto in molte Università italiane è uscita dalle “mura” degli Atenei e ha cominciato a prendere posto nel dibattito pubblico. Come molti colleghi, anch'io ho dolorosamente scelto di non insegnare il prossimo anno accademico e vorrei condividere le mie motivazioni che, credo, siano quelle di molti.
Da oltre 12 anni insegno analisi matematica nelle Facoltà scientifiche dell'Università di Padova. Ho insegnato a Matematica, Fisica, Ingegneria e Informatica, inizialmente svolgendo esercitazioni nei corsi e successivamente assumendomi la responsabilità di corsi interi. Ho insegnato e sono tutore per gli studenti della Scuola Galileiana, la “Normale” di Padova, la scuola di eccellenza che ogni anno vede qualche centinaio di giovani concorrere per 24 posti tra discipline umanistiche e discipline scientifiche.
L'insegnamento all'Università è parte integrante dell'attività di ricerca. Anzitutto nei corsi più avanzati, dove si insegnano tematiche di ricerca e si avviano i giovani più promettenti a questa difficile attività professionale. Ma anche nei corsi di base, perché sono il primo impatto con uno studio che richiede un rigore ed un approfondimento straordinari. Perché il metodo scientifico richiede rigore e precisione, richiede che ogni tesi sia sostenuta da argomentazioni razionali.
Ogni anno si ha una gratificazione immensa nel conoscere nuovi giovani che sono curiosi, motivati e appassionati in quello che fanno. E a noi tocca il delicato compito di orientare quest'energia, stimolarla, farla crescere, trasformarla in creatività scientifica. Non c'è una ricetta, c'è tanta passione che molti ricercatori e professori mettono in questo lavoro, spesso denigrato dalla faciloneria qualunquista di chi pensa che dispensiamo solo titoli di studio.
Arriva poi un giorno, arriva sempre. Arriva poi il giorno che un giovane in gamba ti chiede: “io vorrei continuare a studiare, fare il dottorato, fare ricerca nella vita; mi può dire quali prospettive ci sono?”. Conoscendo la situazione, si entra in conflitto tra l'amore per il proprio Paese e le aspettative dei nostri giovani migliori. Vorresti poter dire che le opportunità da noi ci sono. Ma se sei onesto con te stesso e con la persona che hai di fronte sai che non puoi rispondere così. Perché, ad oggi, questa è la verità. E non è dettata da un assunto politico o da una ragione teorica. La realtà è quella che conosci per l'aver visto che fine hanno fatto i migliori studenti dopo 10 anni dalla loro Laurea. Qualcuno ha scommesso sul cavallo giusto, è andato all'estero, chi in Francia, chi in Inghilterra, chi negli Stati Uniti. Nelle migliori Università, giacché la qualità della nostra formazione universitaria all'estero è riconosciuta. E queste persone lo dimostrano. Qualcun altro ha scommesso sul cavallo sbagliato: restare in Italia. Ha fatto il dottorato (3 anni), poi una borsa post-dottorato (2 anni), poi magari un assegno di ricerca (2+2 anni). Nel frattempo ha pubblicato, magari su riviste internazionali, magari anche ricerche importanti, citate da altri, riconosciute. Eppure, passata una decina di anni dalla Laurea, il Paese non è stato in grado di riconoscere la qualità di questa persona. E allora, per onestà, ho cominciato a dire: “vai via! Vai all'estero!”. A tutti.
Non sono contento di questa scelta. Ma trovo moralmente disonesto illudere un giovane. M'immedesimo in lui/lei perché anch'io ci sono passato, e non lo trovo giusto. In questo periodo ricevo ogni giorno qualche mail da un ex studente/ssa che ora vive e lavora all'estero, che a suo tempo ha fatto la scelta di andarsene. Così come vedo di tanto in tanto giovani promettenti che hanno fatto la scelta sbagliata, rimanendo in Italia. Lascio al lettore immaginare le mie emozioni di gioia e di tristezza.
Noi protestiamo, e credo di interpretare un comune sentire, perché vogliamo un Paese che sappia valorizzare i suoi figli migliori, non uno che li illuda, come sta facendo il Governo con la riforma Gelmini. Parafrasando il titolo di un celebre film dei fratelli Cohen, ciò che prefigura il DDL Gelmini “non è un Paese per giovani” e noi faremo il possibile perché ciò non accada.

sabato 24 luglio 2010

Palo Alto n. 2

Ieri mattina sono tornato a Bristol da Palo Alto, dopo un viaggio di ritorno come al solito stressante e scombussolante (vedi ad esempio la dormita da 14 ore di questa notte, o il fatto che alle 7 e mezza di mattina io sia ancora sveglio).
La mia permanenza all'American Institute (AIM) è stata indubbiamente molto positiva, sia per lo studio che per tutto il resto. Un piccolo resoconto l'ho promesso a molti, per cui mantengo la parola, buona lettura.

Iniziamo dal clima. Le nuvole non si sono fatte vedere, come l'altra volta d'altra parte: in 2 mesi totali di Palo Alto non c'è stata una giornata che non fosse di cielo sereno; di pioggia, ovviamente, neanche a parlarne. Quanto alle temperature, questa volta erano un pochino più basse dell'anno scorso, con le massime intorno ai 25-26 gradi ed umidità praticamente nulla. Insomma, clima quasi perfetto (dico quasi perché avrei preferito le massime sui 28-30 gradi; lo so, sono incontentabile..).

Ero alloggiato al Creekside Inn, un albergo nel centro di Palo Alto. La stanza era molto carina, con tv con schermo gigante, molti (troppi!) cuscini, letto King size, terrazza, poltrona e un paio di divani, e, soprattutto, con tutto il necessario per farsi da mangiare. Quest'ultima, qualità davvero importante, ché non sarei sopravvissuto a 3 settimane di junk food (cibo spazzatura) o, in alternativa, di cene solitarie in ristoranti.

La principale differenza dell'AIM rispetto all'anno scorso consisteva nella presenza di qualche altro ragazzo: l'anno scorso, a parte i soliti visitatori settimanali, di fatto c'erano solo 4-5 professori, mentre quest'anno a questi si sono aggiunti 4 Post Doc (e qualche altra persona), rendendo l'istituto molto più vivace.
Dal punto di vista dello studio ho avuto modo di lavorare parecchio e, anche se non ho fatto grossi progressi in una singolo progetto, ho fatto vari piccoli passi iniziali in molte nuove possibili direzioni. Avrò parecchio da lavorare per provare a portrarli avanti tutti, ma almeno la probabilità che qualcuno funzioni è decisamente più alta. In generale, l'impressione è che lavorare con Brian che tutti i giorni mi chiede se ho fatto progressi e dandomi idee nuove sia decisamente più prudottivo che stare a Bristol, anche se indubbiamente, sul lungo periodo, la mancanza di altri PhD sarebbe abbastanza spiacevole.
Studio a parte, dell'AIM ricordo con molto piacere le partite di bocce, di cui ho già parlato, che quest'anno hanno preso il sopravvento sulle partite di croquet con cui si alternavano l'anno scorso.

Durante i weekend, avrei avuto la possibilità di andarmi a fare qualche giretto, ma in realtà di mio non mi sono mosso. L'intenzione era di visitare (su suggerimento di Enrico) il Googleplex, situato poco lontano da Palo Alto, ma dopo una veloce ricerca ho avuto l'impressione che non fosse veramente un posto per turisti. A San Francisco, poi, ero già stato 3 volte l'anno scorso e dovrei tornarci per un mese (a Berkley) ad aprile, per cui il secondo weekend, l'unico in cui mi sono scelto le mie attività, l'ho passato essenzialmente al parco a leggere I fratelli Karamàzov (gran bel libro, anche se ancora non l'ho finito, è bello lungo).
Gli altri weekend li ho lasciati all'iniziativa di Brian, che, nella sua consueta gentilezza, mi ha organizzato delle gran belle giornate. La prima domenica sono andato a casa sua, a Morgan Hill, a festeggiare la cacciata degli inglesi. Gran bella festa, con parecchia gente simpatica, tra cui il nipotino di pochi mesi di Brian, che già inizia a muovere i suoi primi passi. La giornata se n'è andata tra ottimo cibo, partita di croquet, visita allo stupendo (ed è dire poco) campo da golf privato di Mr Fry, e l'osservare Brian che girava col monociclo (già, ha appena imparato a usare il monociclo e di giocolare era già capace, notevole, no?).
L'ultimo sabato invece sono andato a San Francisco nel pomeriggio, per poi incontrarmi sulle sei con Brian e Jen, una delle sue figlie, per vedere la partita di Baseball tra (SF) Giants e (NY) Mets, ricevendo in regalo, noi come i primi 20.000 spettatori, un buffo bubblehead di Tim Lincecum, incredibilmente apprezzato da Brian e tutti gli altri fan. La partita, vinta dai Giants, è stata molto piacevole, col chiaro esempio di quanto siano migliori di noi gli americani in questo genere di cose: infatti, più che la partita, erano davvero notevoli lo show, che rendeva piacevoli anche i mille momenti morti dei match di baseball, il magnifico stadio, pieno di negozi e venditori di cibo, e i vari tifosi, che passavano gran parte del tempo a mangiar panini e bere birra. Credo che la quantità di soldi che faccia ogni giorno quello stadio sia enormemente superiore a quanti ne faccia San Siro, per quanto la capienza di questo sia il doppio (poi bisogna moltiplicare il tutto per il centinaio di partite annuali che i Giants giocano in casa).
Finita la partita, siam tornati a casa di Brian e la mattina successiva sono partito, con Brian, Jen e il ragazzo di lei, alla volta di Carmel-by-the-Sea, la città di Clint Eastwood, di cui Clint è stato anche sindaco negli anni ottanta. A Carmel, Eastwood possiede un campo da golf (la cui tassa di iscrizione Wiki dice essere di $500.000, solo su invito naturalmente) e il Mission Ranch, una vecchia missione a cui sono stati aggiunti un hotel e un ristorante. Noi siamo andati là per il ristorante, per la precisione per un brunch sottoforma di un maginfico buffet. La vista dai posti a sedere all'aperto era davvero gradevole, ma le cose migliori erano indubbiamente la qualità e la varietà di cibi disponibili; la forma di buffet, poi, mi ha permesso di ingozzarmi in modo spudorato delle tantissime delizie che mi venivano offerte. Sul sito trovate un menu (per altro non esaustivo) con le vari pietanze disponibili, se passate di là vale la pena spendere quei 40 dollari.
Finita l'enorme mangiata a Carmel, io e Brian abbiamo salutato Jen e il suo ragazzo e ci siamo diretti verso Monterey, la cittadina su cui sorge l'incredibile acquario (il secondo negli US) che già avevo visitato l'anno scorso. Là abbiamo affittato due kayak e, armati di remi e vestiti di megatutona, ci siamo avventurati tra le acque della baia. Durante l'escursione abbiamo potuto vedere da molto vicino una quantità spropositata di leoni marini (probabilmente più di un migliaio), sei otarie (molto simili ai leoni marini, anche se un po' più "coccoli" e enormemente più rari), parecchi pellicani e molti altri uccelli. In acqua siamo stati tutta il pomeriggio (5 ore totali), passando davvero una bella gioranta, sicuramente migliore delle mie aspettative da pantofolaio. Da rifare, prima o poi.

Leggendo tutto questo, avrete capito quanto gentile nei miei confronti sia stato Brian e quanto gli debba essere grato, e, se non l'avete ancora fatto, lo capirete sicuramente leggendo che per tutte queste cose ha sempre pagato lui: parita di Baseball, Kayak, ristorante e tutto il resto.


C'entra poco, ma vi comunico che da ieri e da mercoledì abbiamo una nuova matematica (110) e un nuovo ingegner matematico (110L), congratulazioni a Marta e Tom!
E già che ci siamo facciamo pure le congratulazioni ad Alessandro, che è finalmente un dottore in pieno diritto di operare!

martedì 20 luglio 2010

Uno zingaro è un trucco

All'American Institute, ogni giorno, appena dopo pranzo, si gioca una partita a bocce, di solito con 6-7 partecipanti, due bocce a testa. Le regole di base sono quelle normali, con una piccola differenza: se una boccia tocca dell'asfalto o del cemento la palla è "out of game". La cosa rende il tutto molto più interessante, e il boccino viene tirato ogni volta in posti più strani: oltre ai tiri normali in mezzo al parco, il boccino talvolta finisce in cima a una mini collina (con le bocce che se non sono tirate perfettamente rotolano lontano), talvolta attaccato all'asfalto (o addirittura sopra), o nella sabbia del parco giochi, o tra le radici di uno dei 6 grandi alberi piantati agli angoli del parco, o in un piccolo disco di terra circondato da asfalto, o in una striscia di legno veloce con bordi in cemento.
Nella partita di oggi, è successa una cosa piuttosto insolita. Il boccino era stato tirato tra le radici di uno degli alberi. Uno dei primi tiri si è infilato tra le radici, ha toccato il tronco dell'albero, è risalito per una ventina di centimentri, è là si è incastrato in una piccola incavatura del tronco. Uno delle ultime palle lanciate ha seguito lo stesso percorso, è salita a sua volta lungo il tronco, ed è atterrata proprio sopra l'altra boccia, senza cadere, in un equilibrio instabile quanto improbabile.
Ma la vera sorpresa è arrivata quando siamo andati a riprendere le bocce: non era l'albero ad essere molto incavato, bensì c'era qualcosa appoggiato alla base dell'albero. Uno scoiattolo, morto. Le bocce erano in equilbrio sopra la sua testa. La cosa era resa ancora più insolita dalla particolare posizione assunta dall'animale: seduto per terra, con la schiena appoggiata all'albero e le zampette appoggiate sopra i piedini. Gli occhi erano aperti e, se non fosse per l'immobilità e la posizione, non si sarebbe potuto capire che era morto: sembrava in ottima forma, grassotello e col pelo spendente.
Uno zingaro avrebbe parecchio materiale per leggerci un qualche segno. E, per la cronaca, alla fine io ho vinto quel punto, chissà questo che significato potrebbe avere.

domenica 11 luglio 2010

Woody gets lost in translation

Guardandomi in italiano l'episodio linkato nel post precedente, ho notato una differenza abbastanza significativa dalla versione originale: Woody infatti prima di lanciarsi esclama "At least he's Jewish" che nella versione italiana è diventato "Dio me la mandi buona". Non capisco proprio il senso di questo cambiamento, visto che la battuta non era certo difficile da rendere in italiano. In tutti i film di Woody Allen, poi, il riferimento all'ebraismo è uno dei temi più ricorrenti, per cui cambiare senza motivo la battuta del momento culmine dell'amples episodio, mi sembra una grossa cazzata.

Qualche settimana fa ho comprato un cofanetto con 7 film di Woody Allen. Un grosso pregio del cofanetto è che contiene le tracce audio in varie lingue, inglese e italiano compresi. Dato che in alcuni film c'erano alcuni pezzi che faticavo a capire in inglese, ho oscillato spesso tra le due lingue (o anche in italiano con i sottotitoli in inglese!) e ho notato che lo stravolgere battute è una cosa frequentissima. Io capisco che il primo obiettivo di chi scrive le traduzioni non sia essere totalmente fedeli all'originale, ma rendere il film comprensibile e interessante; tuttavia alcune volte i cambi vengono effettuati anche su battute che si possono tranquillamente rendere in italiano e che hanno come unico difetto non essere particolarmente brillanti o divertenti indipendentemente dalla lingua. In questi casi, secondo me una traduzione fedele sarebbe di gran lunga preferibile, perché io gradirei di gran lunga vedere il film di Woody Allen, non una rielaborazione di un qualche sconosciuto traduttore.

Questi problemi ovviamente non riguardano solo i film di Woody Allen, ma ho la speranza, probabilmente vana, che col passare degli anni le traduzioni siano diventate più precise (perlomeno per i film d'autore).
Questo comunque non è l'unico problema del doppiaggio ed anche i doppiatori stessi sono meno perfetti di quello che si pensi (o perlomeno di quello che pensavo io). In particolare, le voci della versione italiana hanno spesso un leggerissimo tono patinato che ricorda un po' le soap o i telefilm girati in Italia. Intendiamoci, la qualità media dei doppiatori italiani è nettamente migliore di quella degli attori televisivi, ma quel tono che si percepisce appena resta comunque un pochino fastidioso e soprattutto non è presente nelle versioni originali (americane).

Morale? Guardate film (e telefilm) in lingua originale! Non foss'altro che per migliorare l'inglese!

sabato 10 luglio 2010

Cosa avviene durante l'eiaculazione?


Grande Woody!

giovedì 8 luglio 2010

To the happy few: A Gamma function identity

Oggi ho scoperto una formula matematica davvero sorprendente, immagino che a gran parte di voi non interesserà minimamente, ma chissà, magari qualcuno riuscirà ad apprezzarne in tutta la sua bellezza.

L'unico prerequisito è la conoscenza della funzione Gamma, Γ(s), che più o meno tutti i matematici dovrebbero aver visto e credo che anche fisici, ingegneri (che per fare i fighi la chiamano funzione Gamma completa) ed altri la usino spesso. In Teoria dei Numeri analitica, poi, la funzione Gamma compare in continuazione, per cui posso dire che è una mia fedele compagna di vita.

Sui numeri complessi di parte reale positiva la funzione Gamma si può definire come
$$\Gamma(s) = \int_0^\infty t^{s-1}\,e^{-t}\,dt$$ e la sua proprietà più importante è che estende il fattoriale, in altre parole, sugli interi postivi vale
$$\Gamma(n+1) = n!.$$ Come detto, la definizione che ho dato sopra vale solo per i complessi con parte reale positiva, ma non è difficile provare che si può estendere a tutto il piano complesso (con poli negli interi non negativi).

Bene, ora che sapete tutto quello che serve, eccovi la formula:
$$\sum_{m=0}^\infty\frac{\Gamma(s+m)}{\Gamma(m+1)}=0,$$ valida per s di parte reale negativa. Insomma la funzione sulla sinistra non è altro che un modo complicato per scrivere 0. Un'identità così semplice (ma non banale) e valida indipendetemente da s è davvero qualcosa di magico.

Questa formula è un caso particolare della più nota formula di Gauss riguardante le funzioni ipergeometriche
$$\;_2F_1 (a,b;c;1)=\frac{\Gamma(c)\Gamma(c-a-b)}{\Gamma(c-a)\Gamma(c-b)},$$ valida per Re(c-a-b)>0. Applicandola ad a=s, e b=c=1, si trova
$$\;_1F_0 (a;1)=0$$ (dato che Γ ha un polo in 0, per i profani "Γ(0)=∞", e che i b e c ai lati del primo punto e virgola si cancellano), e questa è equivalente alla formula enunciata sopra. Sebbene la formula di Gauss sia abbastanza conosciuta (io me n'ero imbattuto più o meno un anno fa, e da allora mi è più volte tornata utile), questa sua facile ma sorprendente conseguenza non si trova facilmente in giro e, con mia grossa sorpresa, nemmeno Brian l'aveva mai incrociata.

Avrete ormai capito quanto quest'identità mi avesse sorpreso e, quindi non vi stupirà il fatto che abbia perso parecchio tempo a cercare conferme della veridicità della stessa. Quella definitiva l'ho avuta dal magnifico sito che è Wolfram Alpha (gli happy few che sono arrivati fino a qua ne prendano nota, perché è davvero utile), che mi suggerisce (cercate "sum from n=0 to k of Gamma(s+n)/Gamma(n+1)") l'uguaglianza
$$\sum_{m=0}^k\frac{\Gamma(s+m)}{\Gamma(m+1)} = \frac{\Gamma(k+s+1)}{s \Gamma(k+1)},$$ la quale, facendo tendere k all'infinito, ci ridà (per Re(s)<0) l'identità che cercavamo.

mercoledì 7 luglio 2010

Creekside Inn

C'è una cosa che accomuna tutti gli hotel che ho girato qua negli USA: i letti (rigorosamente matrimoniali) sono sommersi da 7 cuscini (altri due sono sopra il divano). Non ho idea di come si regolino gli alberghi europei (o quelli degli altri continenti), ma questa cosa a me sembra abbastanza inutile. Completamente assurdo è invece il fatto che ogni sera mi tocca rispostare 5-6 cuscini dal letto al divano, perché quando torno a casa me li ritrovo puntualmente tutti sul letto. Poveri cuscini, immagino che farsi avanti indietro per 20 giorni possa essere piuttosto stressante!

sabato 3 luglio 2010

News

E' da un po' che non vi faccio sapere cosa sto combinando da queste parti, e quindi è bene che ci sia un viaggio in aereo ad arrivarmi in soccorso ed a spingermi a raccontarvi un po'.

Inizio dal presente, e cioè da questo viaggio. Al momento sono in volo tra New York e San Francisco, da cui mi recherò a Palo Alto per 3 settimane di vacanza studio con Brian. Cose da fare in California ne ho parecchie, perché un mesetto fa mi è stato assegnato un argomento al contempo molto interessante e molto impegnativo e, per una serie di motivi, praticamente non ho ancora iniziato a guardarlo. Spero di avere comunque il tempo di godermi il sole della California, che sono già certo non mancherà di farsi vedere e, vi assicuro, merita un po' di venerazione. I primi raggi dovrei prenderli già domani, a casa di Brian, il quale, nella sua consueta gentilezza, mi ha invitato a celebrare nella sua (bellissima) casa il 4 luglio (ossia la scacciata dei cattivoni inglesi).

I miei programmi post-California prevedono qualche giorno di Bristol e poi 3 settimane di Italia. Il biglietto di partenza è per il 28 Luglio, mentre quello di ritorno dovrebbe essere per il 20 agosto. Sicuramente in queste tre settimane dovrò essere più produttivo dei miei ritorni precedenti, il 2 settembre infatti mi aspetta la Review del mio (formalmente) primo anno di dottorato, e dovrò perder tempo a scrivere noiosissimi saggi su quel che ho fatto quest'anno (il più spaventoso dei quali consiste nello spiegare come sono aumentate le mie transferable skills..).

Un altra grossa novità prevista per settembre è che avrò un nuovo coinquilino. Mike infatti finirà a breve il dottorato e quindi dovrà cercarsi un'altra casa, dato che qua nelle case abitate da studenti non bisogna pagare tasse e quindi se rimanesse dovrebbe pagarsi la tassa su tutta la casa da solo (e non sono affatto poche sterline). Tra l'altro non sa neanche se rimarrà a Bristol o si trasferisce da qualche altra parte, per cui..
Fattostà che ci stiamo cercando un nuovo coinquilino, cosa resa decisamente più difficile dal fatto che saremo praticamente tutti via per gran parte dell'estate e la nostra landlord vorrebbe che firmassimo il contratto fra non molto tempo. Di conseguenza, se siete interessati a una stanza a Bristol è il vostro momento, non avete che pochi giorni!

Esauriti presente e futuro non resta che il passato. Qua una prima notizia importante da dire è che ho spedito un altro articolo a un giornale, precisamente il Duke Mathematical Journal. Il nome ve lo dico perché è la cosa più interessante: è un giornale molto prestigioso, per cui se me lo accettassero sarebbe fantastico. Appunto per questo, non sono totalmente convinto della scelta fatta, ma ai miei supervisor l'articolo piace molto e a quanto pare la filosofia a cui mi dicono dovrei fare riferimento è "se i tuoi articoli non vengono mai rifiutati, vuol dire che non miri abbastanza in alto", per cui aspetto speranzoso e incrocio le dita.

Altra notizia dal recente passato è la visita della mia cuginetta più grande (Noemi), che è venuta a trovarmi per una decina di giorni di Inghilterra finiti domenica scorsa. Vi confesso che all'inizio ero un pizzico preoccupato: non sapevo bene cosa farle fare per tutti quei giorni, ché 10 giorni non sono pochi e Bristol non è poi così grande, ma alla fine quei dubbi si sono molto presto rivelati infondati e il tempo è scorso via davvero veloce, riempito da un sacco di attività e divertimenti vari. Di grandissimo aiuto è stato sicuramente il tempo che, faticherete a crederci, è stato fantstico: non solo dieci giorni senza pioggia, ma addirittura dieci giorni di caldo e col sole che quasi quasi riusciva persino a scottarmi.
Tra le tante cose fatte, degni di nota sono la visita allo Zoo di Bristol, che non avevo mai visto e mi ha decisamente sorpreso in positivo dato che, viste le dimensioni, mi aspettavo uno zoo sfigatissimo; la visione di uno dei film più brutti che abbia mai visto; le partite dell'Italia (e della Germania) viste a Queen square con gli italiani che stravincono con i tedeschi in quanto a calore del tifo e i tedeschi che stravincono in quanto a risultati; la visione della Camera Oscura in cima alla torre che dà sul ponte (era dalla mia prima settimana di Bristol che ci volevo andare, ma non l'avevo mai trovata aperta, per cui temevo l'avessero chiusa del tutto); la visita a Bath che mi ha rivelato parti della città che mi erano ancora sconosciute; la cena cinese e la pizza cucinata per tutti. Questo a Bristol, ma la sua visita non si è fermata là, abbiamo infatti passato gli ultimi due giorni a Londra, con un rapido giro per la città inframmezzato da un concerto dei Pearl Jam (molto carino, per quanto io non conoscessi nemmeno una canzone!).
Insomma, anche dal solo elenco avrete capito che questi dieci giorni sono stati davvero molto piacevoli, per cui, Noemi, grazie mille per la visita e torna a trovarmi quando vuoi! (Cosa che vale anche per tutti gli altri, la mia casa è sempre aperta alle visite! :))

giovedì 1 luglio 2010

TeleArcore

L'altro ieri Marcello Dell'Utri è stato condannato in appello a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Guardatevi come il Tg1 ha riportato la notizia (ecco il link), cose da non credere... Davvero.