mercoledì 25 agosto 2010

Diapositive

-How was your holyday?
-Very nice! I went to Ostuni, in the south of Italy, in a "trullo".
-Do you have pictures?
Sì, Orestis, ne ho, 489. Trentun minuti, con la presentazione di iPhoto. Scorrono una dopo l'altra: il trullo, la cena sul pozzo e le schitarrate sul tetto. Fritz, Daniela coi vestiti in prestito e il giocoliere imbranato. La Zumbo, uscita da una notte in treno più sorridente e energetica che mai, Torre Pozzelle e la Giulia e il suo buffo cappello. Matera, i sassi e Bobo Sind. E molto molto di più.

Siamo partiti giovedì 12, confidando più sulla gentilezza altrui che sulla nostra organizzazione. Due giorni prima stavamo ancora rifinendo i piani di una bagnatissima vacanza sul Latemar, mentre la sera prima sapevamo di partire per la Puglia ma senza alcuna idea di dove dormire. Poi, a sorpresa, la chiamata di mio zio che mi chiede se vogliamo stare nel trullo di Angelo, un suo amico. Ovviamente accettiamo, ringraziando entrambi per l'aiuto dato alla nostra richiesta così improvvisa e, naturalmente, per l'ospitalità.

Il trullo era davvero bellissimo, fresco ed accogliente,ma non mi dilungo troppo nella descrizione, potete ammirarlo da voi nella foto qua a destra. A fare da padrone di casa c'era Fritz, un magnifico cagnetto, il cui affetto incondizionato quasi fa tentennare la mia decennale preferenza per i gatti.

La sera, appena arrivati dal lungo viaggio, sfruttiamo subito la magia del trullo: cena sul pozzo e chitarra sotto le stelle. La voce ancora manca, arriverà in treno sabato mattina, fedele compagna di viaggio della Zumbo.

Le immagini seguono e ne arriva una particolarmente buffa: Daniela vestita della canottiera della Giulia e di un canotto arancione, il quale a stento si aggrappa ai suoi fianchi, e in segreto la maledice per il suo assurdo timore che le stiano stretti. Il grazioso quadretto è dono di una sbadata mamma, che, nel prendere dalla staccionata i vestiti del figlioletto, si fa prendere la mano, lasciando in costume la povera Daniela.

Passata la rabbia, ci si può finalmente godere l'acqua azzurra et chiara di Torre Guaceto, non prima però di aver passato la versione acquatica della camminata sui carboni ardenti: la camminata sugli scogli che si nascondono pungenti sotto i primi metri di bagnasciuga.
La sera, poi è tempo di fare la conoscienza con Ostuni, la sua concattedrale e l'improbabile giocoliere, che con il suo vestitino attillato riesce nell'obbiettivo di catturare l'attenzione senza fare assolutamente niente. Prima però abbiamo una piccola emergenza da affrontare: Fritz è uscito dal cancello e per 10 lunghissimi minuti decide di andarsi a fare un giretto per i campi vicini. La giornata si conclude con altre due piccole brutte sorprese: un'insensata multa per divieto di sosta ed il mio ancora più insensato smarrimento della custodia della macchina fotografica (prontamente rimpiezzata grazie al graditissimo regalo di Giulia & Daniela).

La mattina dopo è già tempo di Zumbo. In stazione arriviamo con un piccolo ritardo, conseguenza del mancato funzionamente della sveglia della Giulia, curiosa premonizione freudiana dei simpatici bisticci tra Giulia e Alessandra che daranno un po' di pepe ai giorni successivi.

Dopo aver comprato delle (eccezionali) focaccie per il pranzo, ci rechiamo a Torre Pozzelle (o Pozzella, nemmeno internet chiarisce la giusta grafia) a goderci il mare più pulito, quello che snobbando la sabbia si rifrange direttamente sugli scogli.
Appena tornati dalla spiaggia è già tempo di cenare. Il programma prevede pesce in uno dei molti ristoranti affacciati sul mare, tra Savelletri e Torre Canne. Sarà per la faccia da turisti sprovveduti, o forse per le usanze del posto, sta di fatto che la sola scelta del ristorante determina anche la scelta del menù: il cameriere, probabilmente fuggito da un set di Neri Parenti, infatti decide per noi, indicandoci cosa dobbiamo/possiamo prendere e cosa invece proprio no.

Arriviamo a sera, completamente cotti dalla giornata, riuscendo a trovare le forze solo per contare le stelle cadenti. La sfida dice Giulia 3, Zumbo 2 ed io 1. La Daniela resta ferma a 0, caduta a Morfeo ben prima delle stelle.

Domenica mattina si parte per Matera. Un'ora di viaggio, sostiene mio zio, tre secondo i nostri orologi, i quali risentono però delle confusissime (o inesistenti) indicazioni stradali che ci portano a perderci anche a Castellaneta, il "paese del mito" sostengono le scritte sui muri. Non prima però di esserci intossicati alla sola vista di Taranto, la cui immagine spettrale suggerisce quanto tristemente confermato dai fatti: è la città più inquinata dell'Europa occidentale (e fa davvero impressione leggere che l'Ilva produce l'8,8% dell'inquinamento europeo da diossina).

Matera comunque vale il lungo viaggio, la città è bellissima, e la sua storia la rende ancora più affascinante, suggerendo di aggiungere Cristo si è fermato a Eboli alla lista delle prossime letture. "Come lei davvero non ce n'è" direbbe Bobo Sind, il simpatico ragazzo che ci ha fatto da guida, svelandoci alla fine del percorso che "più che come guida, sono famoso come rapper". Sicuramente sarà vero, e la canzone Come te Matera dopo qualche ascolto diventa anche abbastanza piacevole, ma..... un bel po' di lezioni di canto non potrebbero che fargli bene.

Il ritorno a Ostuni non è più veloce dell'andata, rallentati da un incidente che ci obbliga a ripercorrere alcune sperdutissime stradine di campagna. Buon test comunque per la mia copilota, Daniela, pronta a rimpiazzarmi ottimamente quando il mio occhio sinistro decide di giocarsi in un colpo solo tutta la sua scorta di lacrime.
La sera cena tranquilla al trullo e poi subito tutti a nanna, a recuperare le energie per lunedì, il nostro ultimo giorno a Ostuni.

Durante il giorno andiamo nuovamente a Torre Pozzelle, passando la giornata tra prove di tuffi, ambronzature a chiazze (Giulia) e sbeffegiamenti per il candore della mia pelle (pare che un bambino incrociandomi in spiaggia mi abbia indicato al padre con la frase "papà, hai visto com'è bianco!?"). Un momento particolare è catturato dall'immagine qua a fianco: è probabilmente l'unico istante della giornata in cui una bambina paffutella si è allonata da quegli scogli, per tutto il resto del tempo infatti è rimasta ferma sul ciglio, cercando disperatamente il coraggio necessario per tuffarsi.

Per concludere in bellezza, la sera ceniamo a Cisternino, un bel paesino che si staglia sulla Valle d'Itria, offrendo un magnifico panorama. La cittadina la sera si trasforma in un gigantesco ristorante specializzato in carne, che va scelta direttamente in macelleria, e viene poi cucinata nel ristorante vero e proprio. Il cibo è ottimo, ma le nostre facce ed i vassoi ancora pieni mostrano anche l'altro lato della serata: 4kg di carne sono troppi per quattro persone, e lo sono ancora di più se 2 di queste non sono granché come carnivore. Il bollettino di guerra racconta di 2 kg mangiati ed altri 2 avvolti dalla carta stagnola e poi tornati a Padova con noi.

Il giorno dopo, martedì, già è tempo di tornare,  carichi di stracciatella, burrata, taralli ed orecchiette. Con il viaggio finiscono anche le foto (a proposito, se seguite i vari link qua sopra ne troverete parecchie di nascoste), ed è finalmente tempo di rispondere alle domande lasciate in sospeso: sì siete state fantastiche! Grazie davvero per questa splendida vacanza, mi avete dato energia a sufficienza per resistere altri tre mesi in terra inglese, e non è poco, ma soprattutto...... quando si riparte!? :)

P.S. Piccola postilla per un ulteriore forte ringraziamento a zio e Angelo per l'aiuto, la ospitalità e la gentilezza.

giovedì 19 agosto 2010

XXVI

Mi infastidisce sempre il mio compleanno, anche se non ho mai capito bene il perché. A naso, credo che il motivo vada ricercato in un opportuno mix tra i punti seguenti
  • non mi piace stare al centro dell'attenzione; 
  • il mondo sostiene che dovrebbe essere un giorno diverso (e migliore), quando invece è più o meno come gli altri;
  • il mondo si aspetta che sia un giorno diverso (e migliore) dagli altri;
  • bisogna pensare a cosa fare (e se fare qualcosa);
  • simboleggia il tempo che passa (in realtà sento molto poco questa cosa, o meglio, la sento tanto quanto gli altri giorni, ma dato che è una cosa che molti sentono magari ha qualche effetto anche su di me).

giovedì 12 agosto 2010

Chiuso per ferie

Da domani fino al 17 agosto sarò in Puglia con tre fantastiche compagne di viaggio. Ci sarà da divertirsi!

martedì 3 agosto 2010

Torte, mattoni e tanto alcol

Un po' di problemini.
  1. Un mattone pesa un Chilo più mezzo mattone, quanto pesa un mattone?
  2. Un ragazzo goloso e ritardatario porta una torta rettangolare ad una festa, ma non riuscendo a resistere ruba una fetta rettangolare nel tragitto (in una posizione qualsiasi, anche storta). Arrivato tardi alla festa si ritrova solo col festeggiato e così decidono di tagliare il rimanente della torta esattamente a metà. Per evitare di fare disastri vogliono fare un solo taglio con un lungo coltello, come fare? Non vale tagliare a metà la torta in orizzontale, ché se no uno si cucca tutta la panna (cit. Vale).
  3. Volete sapere come ha fatto Gesù a trovare quel vino alle nozze di Cana? Semplice, ha preso una grande otre piena di vino ed una di acqua (della stessa capienza). Quindi ha preso un bicchiere dall'otre dell'acqua e l'ha versato nell'otre del vino (senza che fuoriuscisse) e, in seguito, ha versato un bichiere dal vino annaquato e l'ha versato nell'otre d'acqua. E qua sta la spiegazione del miracolo; tuttavia Bartolomeo aveva la tendenza di farsi domande strane e così si è chiesto se la percentuale di acqua nella brocca del vino fosse superiore, inferiore o uguale alla percentuale di vino nella brocca dell'acqua. Sapete aiutarlo? (Notate che all'epoca non era ancora noto che il vino è in gran parte d'acqua, per cui non tenete conto di questa cosa).
Il primo quesito me lo ricordo fin dall'infanzia, pronunciato molto velocemente, come una filastrocca. Per un po' non sapevo/comprendevo la soluzione, poi a un certo punto l'avevo finalmente capita o perlomeno imparata. Un anno fa, avevo fatto la domanda a un po' di persone e ricordo che parecchie erano in difficoltà, un problema semplice posto in modo strano può mandare in confusione tanta gente.

Il secondo e terzo quesito mi sono stati proposti stasera da Damiano, il secondo ha una soluzione particolarmente interessante; il terzo va un po' contro la mia intuizione immediata, ma, una volta formalizzato, la soluzione è ovvia (in realtà, ripensandoci, mi rendo conto che c'è un modo di vederlo in cui la soluzione è davvero banale). Se volete un suggerimento, non chiedete alla Vale! (Cito più o meno testualmente: "Si, cioè, è ovvio che è XXX, perché se prendi un pochino di acqua lo versi nel vino è praticamente solo acqua, poi lo versi, cioè è ovvio, perché un pochino poi lo riversi, poi, è ovvio! Sì, insomma è ovvio! Perché... Ad libitum." Per la cronaca, lei aveva ragione sulla soluzione).

Sulle nozze di Cana c'è un'altra versione accreditata dalla storia: vino solubile!