sabato 24 luglio 2010

Palo Alto n. 2

Ieri mattina sono tornato a Bristol da Palo Alto, dopo un viaggio di ritorno come al solito stressante e scombussolante (vedi ad esempio la dormita da 14 ore di questa notte, o il fatto che alle 7 e mezza di mattina io sia ancora sveglio).
La mia permanenza all'American Institute (AIM) è stata indubbiamente molto positiva, sia per lo studio che per tutto il resto. Un piccolo resoconto l'ho promesso a molti, per cui mantengo la parola, buona lettura.

Iniziamo dal clima. Le nuvole non si sono fatte vedere, come l'altra volta d'altra parte: in 2 mesi totali di Palo Alto non c'è stata una giornata che non fosse di cielo sereno; di pioggia, ovviamente, neanche a parlarne. Quanto alle temperature, questa volta erano un pochino più basse dell'anno scorso, con le massime intorno ai 25-26 gradi ed umidità praticamente nulla. Insomma, clima quasi perfetto (dico quasi perché avrei preferito le massime sui 28-30 gradi; lo so, sono incontentabile..).

Ero alloggiato al Creekside Inn, un albergo nel centro di Palo Alto. La stanza era molto carina, con tv con schermo gigante, molti (troppi!) cuscini, letto King size, terrazza, poltrona e un paio di divani, e, soprattutto, con tutto il necessario per farsi da mangiare. Quest'ultima, qualità davvero importante, ché non sarei sopravvissuto a 3 settimane di junk food (cibo spazzatura) o, in alternativa, di cene solitarie in ristoranti.

La principale differenza dell'AIM rispetto all'anno scorso consisteva nella presenza di qualche altro ragazzo: l'anno scorso, a parte i soliti visitatori settimanali, di fatto c'erano solo 4-5 professori, mentre quest'anno a questi si sono aggiunti 4 Post Doc (e qualche altra persona), rendendo l'istituto molto più vivace.
Dal punto di vista dello studio ho avuto modo di lavorare parecchio e, anche se non ho fatto grossi progressi in una singolo progetto, ho fatto vari piccoli passi iniziali in molte nuove possibili direzioni. Avrò parecchio da lavorare per provare a portrarli avanti tutti, ma almeno la probabilità che qualcuno funzioni è decisamente più alta. In generale, l'impressione è che lavorare con Brian che tutti i giorni mi chiede se ho fatto progressi e dandomi idee nuove sia decisamente più prudottivo che stare a Bristol, anche se indubbiamente, sul lungo periodo, la mancanza di altri PhD sarebbe abbastanza spiacevole.
Studio a parte, dell'AIM ricordo con molto piacere le partite di bocce, di cui ho già parlato, che quest'anno hanno preso il sopravvento sulle partite di croquet con cui si alternavano l'anno scorso.

Durante i weekend, avrei avuto la possibilità di andarmi a fare qualche giretto, ma in realtà di mio non mi sono mosso. L'intenzione era di visitare (su suggerimento di Enrico) il Googleplex, situato poco lontano da Palo Alto, ma dopo una veloce ricerca ho avuto l'impressione che non fosse veramente un posto per turisti. A San Francisco, poi, ero già stato 3 volte l'anno scorso e dovrei tornarci per un mese (a Berkley) ad aprile, per cui il secondo weekend, l'unico in cui mi sono scelto le mie attività, l'ho passato essenzialmente al parco a leggere I fratelli Karamàzov (gran bel libro, anche se ancora non l'ho finito, è bello lungo).
Gli altri weekend li ho lasciati all'iniziativa di Brian, che, nella sua consueta gentilezza, mi ha organizzato delle gran belle giornate. La prima domenica sono andato a casa sua, a Morgan Hill, a festeggiare la cacciata degli inglesi. Gran bella festa, con parecchia gente simpatica, tra cui il nipotino di pochi mesi di Brian, che già inizia a muovere i suoi primi passi. La giornata se n'è andata tra ottimo cibo, partita di croquet, visita allo stupendo (ed è dire poco) campo da golf privato di Mr Fry, e l'osservare Brian che girava col monociclo (già, ha appena imparato a usare il monociclo e di giocolare era già capace, notevole, no?).
L'ultimo sabato invece sono andato a San Francisco nel pomeriggio, per poi incontrarmi sulle sei con Brian e Jen, una delle sue figlie, per vedere la partita di Baseball tra (SF) Giants e (NY) Mets, ricevendo in regalo, noi come i primi 20.000 spettatori, un buffo bubblehead di Tim Lincecum, incredibilmente apprezzato da Brian e tutti gli altri fan. La partita, vinta dai Giants, è stata molto piacevole, col chiaro esempio di quanto siano migliori di noi gli americani in questo genere di cose: infatti, più che la partita, erano davvero notevoli lo show, che rendeva piacevoli anche i mille momenti morti dei match di baseball, il magnifico stadio, pieno di negozi e venditori di cibo, e i vari tifosi, che passavano gran parte del tempo a mangiar panini e bere birra. Credo che la quantità di soldi che faccia ogni giorno quello stadio sia enormemente superiore a quanti ne faccia San Siro, per quanto la capienza di questo sia il doppio (poi bisogna moltiplicare il tutto per il centinaio di partite annuali che i Giants giocano in casa).
Finita la partita, siam tornati a casa di Brian e la mattina successiva sono partito, con Brian, Jen e il ragazzo di lei, alla volta di Carmel-by-the-Sea, la città di Clint Eastwood, di cui Clint è stato anche sindaco negli anni ottanta. A Carmel, Eastwood possiede un campo da golf (la cui tassa di iscrizione Wiki dice essere di $500.000, solo su invito naturalmente) e il Mission Ranch, una vecchia missione a cui sono stati aggiunti un hotel e un ristorante. Noi siamo andati là per il ristorante, per la precisione per un brunch sottoforma di un maginfico buffet. La vista dai posti a sedere all'aperto era davvero gradevole, ma le cose migliori erano indubbiamente la qualità e la varietà di cibi disponibili; la forma di buffet, poi, mi ha permesso di ingozzarmi in modo spudorato delle tantissime delizie che mi venivano offerte. Sul sito trovate un menu (per altro non esaustivo) con le vari pietanze disponibili, se passate di là vale la pena spendere quei 40 dollari.
Finita l'enorme mangiata a Carmel, io e Brian abbiamo salutato Jen e il suo ragazzo e ci siamo diretti verso Monterey, la cittadina su cui sorge l'incredibile acquario (il secondo negli US) che già avevo visitato l'anno scorso. Là abbiamo affittato due kayak e, armati di remi e vestiti di megatutona, ci siamo avventurati tra le acque della baia. Durante l'escursione abbiamo potuto vedere da molto vicino una quantità spropositata di leoni marini (probabilmente più di un migliaio), sei otarie (molto simili ai leoni marini, anche se un po' più "coccoli" e enormemente più rari), parecchi pellicani e molti altri uccelli. In acqua siamo stati tutta il pomeriggio (5 ore totali), passando davvero una bella gioranta, sicuramente migliore delle mie aspettative da pantofolaio. Da rifare, prima o poi.

Leggendo tutto questo, avrete capito quanto gentile nei miei confronti sia stato Brian e quanto gli debba essere grato, e, se non l'avete ancora fatto, lo capirete sicuramente leggendo che per tutte queste cose ha sempre pagato lui: parita di Baseball, Kayak, ristorante e tutto il resto.


C'entra poco, ma vi comunico che da ieri e da mercoledì abbiamo una nuova matematica (110) e un nuovo ingegner matematico (110L), congratulazioni a Marta e Tom!
E già che ci siamo facciamo pure le congratulazioni ad Alessandro, che è finalmente un dottore in pieno diritto di operare!

1 commento:

Tommaso ha detto...

Grazie Sandro,

bel resoconto, alla fine la vita del dottorando non sembra così male... interessante anche il post su Guiotto, ho storie simili da altre parti d'Italia...