venerdì 31 dicembre 2010

Buon 2010

Fra qualche ora si parte per Genova, a festeggiare il capodanno con Giulia, Daniela e Andrea.

Obiettivi per l'anno prossimo? Migliorare decisamente nell'organizzazione del mio tempo. Devo lavorare parecchio e non voglio fare solo quello.

martedì 21 dicembre 2010

I bravi maestri

Certo che fa sorridere leggere certe dichiarazioni sulle proteste degli studenti fatte da Alemanno, ex picchiatore missino finito più volte in carcere, La Russa uno dei leader di una manifestazione in cui venne ucciso un poliziotto, Maroni condannato in via definitva per resistenza a pubblico ufficiale. Che poi questi siano rispettivamente sindaco di Roma, ministro della Difesa e dell'Interno è una delle tante cose di cui noi italiani possiamo andare fieri...

E già che ci siamo, ricordiamo che nel 1994 solo Scalfaro evitò che ci trovassimo Previti come ministro di Grazia e Giustizia.
Buon'Italia a tutti.

lunedì 13 dicembre 2010

meno uno

domenica 12 dicembre 2010

Meno due

Martedì finalmente sapremo se (almeno per un po') ci possiamo liberare di Berlusconi. Col passare dei giorni il mio ottimismo sulla caduta del governo se n'è decisamente andato, facendosi sustituire da un fortissimo timore che Mr. B. riesca a recuperare i deputati che gli servono per vincere questa battaglia.

Durante questa lunga attesa, abbiamo avuto notizia di compravendite varie, con relative fughe dal PD e dall'IdV, delle titubanze dei Radicali, delle 3 gravidanze alle fasi finali, sfortunatamente tutte di deputate Fli e PD. Mettendo in bilancio tutte queste defezioni, le ultime notizie dicono che se Calearo, Scilipoti, Catone e Paolo Guzzanti voteranno la fiducia, allora Berlusconi ce la farà. La mia sensazione è che almeno un voto tra questi probabilmente gli verrà a mancare, il problema però è che basterebbe un raffreddore o un piccolo incidente a un qualche altro deputato per cambiare tutto. E, mentre con tutta l'attenzione mediatica e l'inchiesta della procura, è politicamente inopportuno farsi palesemente comprare da Berlusconi, è molto più facile cedere alla tentazione di non presentarsi in cambio di futuri favori.

Il voto è in ogni caso solo una questione di immagine, perché indipendentemente dal risultato il governo non può che avere vita brevissima. Con una maggioranza di 1-2 voti (se gli va bene) non vanno da nessuna parte. Resta da capire cosa succederà dopo. Fino a qualche giorno fa, ero convitissimo che si sarebbe finiti a votare, con risultato incerto e senza una chiara maggioranza (se non, forse, una del tipo PdL, Fli, UDC, Lega). Sono stato però molto spiazzato dall'ultima sparata di Bocchino (capogruppo Fli): se Berlusconi si dimette, Fli è disponibile a un reincarico in 36 ore. La cosa mi è parsa davvero incredibile, perché nei giorni precedenti parlava di Berlusconi come la peste, e quelli di Fli erano al massimo disponibili ad altri governi di centrodestra, purché non presieduti da Berlusconi. La possibilità di dimissioni, tuttavia, non è mai stata presa in considerazione da Berlusconi, quindi probabilmente non sono altro che tatticismi. Resta però il dubbio che possano comunque trovare un qualche accordo dopo il voto (specie se B. dovesse ottenere la fiducia) e tirare avanti per un altro po'. Non capisco comunque che senso abbia chiedere le dimissioni per poi essere favorevoli a un rincarico (cosa tra l'altro chiesta e ottenuta anche dall'UDC anni fa)...

Ah, a questi giochi politici si uniscono anche altri fatti abbastanza strani, come ad esempio il rinvio del voto finale della riforma dell'Universitaria. La riforma è già stata approvata sia dal Senato che dalla Camera, per cui basterebbe un rapido passaggio al Senato (in cui tra l'altro B. ha la maggioranza anche senza Fli) per approvare le poche (e ininfluenti) modifiche fatte alla Camera per completare il tutto. Con mia grandissima sorpresa, però, l'ultima votazione è stata rinviata a dopo la votazione sulla fiducia, per cui c'è la concreta possibilità che la riforma salti a un passo dall'approvazione definitva (non credo possa fare la votazione anche durante la crisi di governo, giusto?).

Beh, come anche nel post precedente, non resta che sperare che dal 14 dicembre in poi si possa iniziare ad abbozzare un sorriso.

mercoledì 1 dicembre 2010

Meno tredici

Con quella approvata oggi probabilmente si chiude l'era delle riforme targate Berlusconi. Sinceramente non ho ben capito tutti i motivi della protesta, e se studenti e ricercatori avessero voluto un supporto maggiore avrebbero dovuto spendersi molto di più per rendere chiari i punti critici, visto che spesso si sono persi in critiche generalizzate e nel continuo dire che la riforma non risolve i problemi dell'Università. Invece, alla fine ho avuto l'impressione che probabilmente gran parte degli italiani si siano bevuti davvero la sparata della Gelmini sugli studenti strumentalizzati dai baroni. E questo è tutto dire perché la cosa è completamente assurda: se proprio si vuole cercare qualcuno che può aver strumentalizzato gli studenti, questi sono i ricercatori che sono i più colpiti dalla riforma, nonché quelli che più protestano.

L'unico aspetto veramente deleterio che vedo nella riforma è il cambiamento della posizione del ricercatore, la quale diventa di durata triennale rinnovabile una sola volta. I ricercatori che al termine di questi 6 anni non diventeranno professori associati verranno tagliati e dovranno cercarsi un'altra strada (la cosa riguarda anche i ricercatori già assunti e non ancora confermati, e questo sicuramente spiega molte proteste). Di per sé, l'idea non è neanche sbagliata e d'altra parte in molti altri stati fanno un uso nettamente superiore di posizioni a tempo rispetto all'Italia. Ci sono però un paio di "problemini": questa novità sarà associata al sostanziale blocco dei turnover, che da anni è quasi una caratteristica costante delle università italiane. Il risultato quindi sembra piuttosto prevedibile: si cacceranno a 35 anni anche persone di valore, che magari non vinceranno il posto solo perché più di altri si sono dedicati all'insegnamento (o magari perché non sono raccomandati). L'altro problema sta nella grossa differenza che c'è tra l'Italia e gli stati in cui la precarietà è una norma: gli stipendi. All'estero già i PostDoc prendono molto di più dei nostri ricercatori (e spesso persino i dottorandi di altri paesi prendono di più), e c'è una bella differenza tra il trovarsi disoccupati a 35 anni dopo vari anni con ottimi stipendi e trovarvisi dopo anni con stipendi piuttosto bassi. È chiaro che con queste premesse gli studenti migliori saranno ancora più allontanati dall'idea di tentare una carriera accademica in Italia.

Ecco, questo era il punto che mi sembra fortemente contestabile, tutte le altre proteste non le ho ben capite, ed ho l'impressione che gli altri cambiamenti non incideranno granché, né in positivo né in negativo.

Indipendetemente dalla valutazioni su di essa, la riforma arriva comunque fuori tempo massimo. I buoi se ne sono già scappati da un pezzo: gran parte degli studenti migliori se ne sono già andati all'estero e molti altri li seguiranno, e la cosa è ben rappresentata dalle carriere dei galileiani scientifici: su 19 che si sono laureati finora, 3 fanno il dottorato in Italia, 14 all'estero e 2 fanno altro. È importante notare poi che la situazione non è affatto simmetrica: praticamente non ci sono studenti stranieri che vengono a fare il PhD in Italia.

Beh, chiudo qua questo post deprimente e depresso, sperando che dal 14 dicembre in poi si possa iniziare ad abbozzare un sorriso.

P.S. Terribile la foto di Bersani col sigaro, se penso che probabilmente il dettaglio era studiato mi viene proprio da piangere...
P.P.S. Ho comprato i biglietti per il mio prossimo ritorno patavino: dal 20 dicembre (pomeriggio) al 7 gennaio sarò in Italia.